Alambar ~ Laboratorio Olfattivo (Perfume Review)
Dicembre è un periodo dell’anno che molti vivono con grande difficoltà. Le ore di luce si assottigliano man mano che si va incontro al solstizio d’inverno, il freddo si fa sempre più sentire, anche in un anno follemente caldo e tropicale come questo e l’umore di molti (ad eccezione degli irrimediabilmente crepuscolari, dei vampiri, dei dark e degli uomini pipistrello), vira deciso verso il basso. Tra buio, freddo e pioggia, la voglia di fare si perde quasi del tutto e la mattina serve un grande sforzo di volontà per scendere dal letto e cominciare la giornata, che dovrà essere per forza di cose piena e operosa come sempre. Si sente proprio il bisogno di luce e calore, di qualcosa di radioso e accattivante che faccia dimenticare tutta questa uggiosità.
Un eccellente antidoto a tanto torpore autunnale, manco a dirlo, può essere un profumo ben scelto, giacché siamo tutti concordi nel riconoscere il potere evocativo delle fragranze e la loro capacità di influenzare l’umore di chi le indossa. Bene, allora niente di più adatto di un bel profumo ispirato all’ambra, l’oro del nord, la resina preziosa che sembra emanare una luce propria e che conserva intatta e immutabile l’essenza e la forma delle cose che imprigiona al suo interno. E poiché di ambre stiamo parlando, è impossibile non citare un bravissimo naso italiano, il maestro Enrico Buccella, che proprio attraverso la loro lavorazione e rappresentazione “olfattiva” ha dato negli anni numerose prove di eccellenza e maestria. Una di queste è Alambar, eau de parfum in concentrazione al 17%, realizzata per Laboratorio Olfattivo, giovane maison italiana ben nota ai nostri lettori.
Il consueto packaging comune all’intera collezione Laboratorio Olfattivo contiene un jus dorato e luminoso, perfettamente intonato all’essenza che lo caratterizza, un lungo flusso ininterrotto di ambre, dalla testa alla coda, affiancate nelle varie fasi della piramide olfattiva da poche note di contrappunto, cinque o sei in tutto quelle dichiarate. Una formulazione semplice, quasi un monothéme, che però grazie alla sapiente lavorazione si trasforma in un piccolo compendio dell’ambra, rappresentata in diverse sfumature man mano che si passa per i tre stadi consueti di testa, cuore e base lungo l’evoluzione del jus.
Si inizia con una testa vivace resa frizzante dalla presenza di bergamotto, una partenza che lascia intuire sullo sfondo anche un cotè appena talcato, dovuto all’impiego di una nota di cacao quasi in sordina, in controtempo, in seconda battuta rispetto al deciso contrappunto dato dal bergamotto all’ambra. Poi il contatto con il calore e la chimica della pelle scalda e ammorbidisce la nota ambrata e contribuisce a smorzare velocemente l’agrume di testa, mentre dà man mano più forza alla presenza inizialmente discreta del cacao, che da qui in poi si manifesterà in modo sempre più avvertibile fino alla fine.
Sulla scia di questo crescente sentore amaro e poveroso del cacao, il jus scivola verso il suo cuore, la parte più bella e che meglio si presta ad un impiego anche maschile. E’ un cuore dominato dalla presenza decisa della cannella, a speziare l’onnipresente ambra e darle una connotazione quasi gourmand, e come per il gioco a due tempi di bergamotto e cacao dell’apertura, anche qui sopraggiunge un controcanto, una seconda battuta dovuta alla nota di vaniglia. Si replica il meccanismo della testa: accanto alla presenza continua e costante dell’ambra, due note si intrecciano con dinamiche opposte: la prima è forte e va a smorzarsi, la seconda inizia tenue e cresce mentre l’altra si spegne, in un gioco di volumi che ha bisogno di un equilibrio delicato e calibrato al millesimo per conferire dinamicità e interesse, pena il rischio di un risultato piatto e monotono, pericolo qui completamente scongiurato.
Infine l’ambra si scalda ancora e la vaniglia alza la voce mentre la componente amaricante del cacao si stempera e Alambar scivola dolcemente su un fondo morbidissimo e caldo, denso, cremoso e avvolgente, la rappresentazione forse più classica e tradizionale dell’ambra, alla maniera di Ambre Precieux di Maitre Parfumeur et Gantier per intenderci, per un finale di grande bellezza e serenità, duraturo e appagante, che centra in pieno la sua missione di far dimenticare il freddo e il buio del mese di dicembre e di convincere a scuotersi dal torpore.
In fondo poi, dicembre è anche e soprattutto il mese del Natale, delle vie e delle piazze adornate di luci e addobbi, delle vetrine dei negozi ammiccanti di doni, e di adulti freneticamente dediti allo shopping. E fatevelo dire, Alambar di Laboratorio Olfattivo è un regalo perfetto per i perfume maniacs, lucente come un festone e natalizio come un bel camino acceso. Chi vuole intendere intenda, e provveda!
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E’ la mia copertina di Linus! Lo indosso ogni volta che ho bisogno di coccole, è molto confortevole… Qualche volta lo metto per andare a dormire, altro che N.5 La fase speziata si spegne subito (almeno sulla mia pelle) mentre l’aspetto gourmand è bello presente ma non eccede mai. Bellissimo profumo!
Tanto semplice quanto bella, fa apparire insulse le altre ambre (incluse la Preciosa e la MdO) ma non regge il confronto con la Sultana.
Ciao Humberto, qualunque fragranza impallidisce al cospetto di Ambre Sultane, però penso sia sbagliato metterle a confronto, sono assolutamente diverse. La prima, nonostante una formula corta e asciutta, non rimane piatta o ferma, non è monotona, ed è questa la sua bellezza. La seconda ha una compo piena come un bignè, la conosco da molti anni ma ogni volta tira fuori una sfumatura nuova, come se la sua piramide fosse il cilindro di un prestigiatore. Un bellissimo gioco di prestigio messo in scena dal mago Sheldrake.
L’ho sentita stasera…molto buona. Poi ho sentito l’ambre obscur di Jheanne Rigaud….opulenta,sensuale…meravigliosa!