Absolue d’Osmanthe. Perris Monte Carlo cattura la poliedrica natura dell’osmanto
Perris Monte Carlo è senza mezze misure uno dei marchi più interessanti, belli ed accattivanti di tutto l’attuale panorama dell’alta profumeria, per design olfattivo e ricercatezza delle materie prime.
Ragion per cui la casa fondata e diretta da Gian Luca Perris merita due parole di introduzione.
Collocandosi nell’alveo di una tendenza che privilegia composizioni costruite attorno ad una singola nota olfattiva, Perris, dopo il lancio della Gold Collection (Musc Extrême, Essence de Patchouli, Ambre Gris e Bois d’Oud), nata inizialmente per il mercato mediorientale, ha scelto di affinare e raffinare il proprio rapporto con il profumo creando le fragranze che compongono la Black Collection: una galleria di studi olfattivi ciascuno dedicato ad una materia prima, di rara o particolare natura, che viene plasmata con quel pizzico di astrattezza sufficiente a scongiurare una mera riproduzione dell’esistente.
Giusto a titolo d’esempio, ricordiamo Patchouli Nosy Be, per il quale è stato utilizzato un patchouli le cui speciali condizioni di coltivazione lo hanno ripulito naturalmente dalle note di canfora e terra umida e arricchito, invece, di sfumature al cacao e ambra. Santal du Pacifique, quasi un solinota di una qualità di sandalo proveniente dalle isole del Pacifico che porta incisa nel suo legno la frizzante brezza dell’oceano. Cacao Aztèque, una ricostruzione olfattiva della Xocoatl, la speziata bevanda degli aztechi, che poggia su un’assoluta di cacao nient’affatto gourmand e dai riflessi cuoiati. Infine, si pensi ai tre agrumi, “freschi di spremitura”, frutto di un progetto dedicato all’Italia e presentato durante la decima edizione di Esxence: Bergamotto di Calabria, Mandarino di Sicilia e Cedro di Diamante.
Di tutti questi temi, tutti quanti magistralmente sviluppati, mi è particolarmente caro quello dedicato all’assoluta di osmanto (non il fiore, ma la materia prima) la cui poliedrica natura viene indagata dalla formula di Absolue d’Osmanthe, tra l’altro finalista dell’Art and Olfaction Award (2017) come già Rose de Taif (2016) e poi Cacao Aztèque (2018).
Provenendo dalle sponde di due laghi dell’Italia settentrionale, ho imparato a scandire il tempo estivo anche attraverso il profumo dei fiori. In base a questo calendario, per me, l’estate comincia già quando la robinia imbianca i boschi e rinfresca l’aria primaverile con la soave fragranza dei suoi grappoli in fiore; prosegue nel profumo quasi resinoso del tiglio, descritto da Guccini come un “suono d’incenso” che riempie strade e viali segnando il risveglio della primavera in città. Termina con il penetrante aroma dell’osmanto (olea fragrans), i cui piccoli fiori inondano l’aria settembrina di un denso profumo di confettura di albicocche.
Adattandosi molto bene alla terra e al clima dei giardini lacustri, l’osmanto si incontra di frequente dalle mie parti. L’intensità del suo profumo sarebbe dovuta all’altissima concentrazione di olio essenziale che si raccoglie nei suoi carnosi e minuscoli fiorellini bianchi. O arancioni, se della varietà aurantiacus. Non è però una pianta indigena: è giunto a noi dall’Oriente, in particolare dalla Cina, dove non ha solo un utilizzo ornamentale, ma se ne sfruttano anche le virtù medicinali e aromatiche – con i fiori essiccati si profuma il tè verde – e dove si può visitare una città che addirittura deve il nome alle foreste di olea fragrans che la circondano: Guilin.
Ma se con i fiori secchi di osmanto i cinesi aromatizzano il tè, dai suoi fiori freschi essi ricavano un’assoluta di pregiata qualità alla quale Gian Luca Perris non poteva non dedicare uno dei suoi piccoli miracoli olfattivi.
La prima impressione che si ha indossando Absolue d’Osmanthe è la netta sensazione per cui tutti i profumieri che finora abbiano utilizzato l’assoluta di osmanto si siano limitati a servirsi del suo intenso profumo di albicocca, senza debitamente valorizzarlo. Al contrario, la scelta di Gian Luca Perris sembra invece essere stata quella di enfatizzare questa caratteristica, quasi esasperandone ogni sfaccettatura grazie al sapiente dosaggio delle materie prime accostate all’assoluta.
Ecco, allora, che la sferzata di pepe tra le note di testa ne accentua il carattere orientale, mentre i fiori bianchi esaltano l’aspetto animale nascosto nella nota fruttata. Compaiono anche venature in suède e una filigrana legnosa che a tratti può far pensare ad un’aggiunta di oud. Infine, la dolcezza dell’albicocca appassisce verso le note di fondo, maturando riflessi ambrati resi evidenti da una distinta nota di labdano.
La formulazione “corrente”, per così dire, delle fragranze di Perris Monte Carlo è in concentrazione di eau de parfum e se già così stiamo parlando di splendide creazioni, le loro evoluzioni in estratto sono esempi dell’arte della profumeria portata a livelli di eccellenza. Non fa eccezione Absolue d’Osmanthe. Gli estratti, solitamente, subiscono degli aggiustamenti rispetto alle corrispondenti eau de parfum: laddove, per esempio, in Santal du Pacifique vengono aggiunti degli ironi naturali rispetto all’eau de parfume, nel caso di Absolue d’Osmanthe è stata aggiunta una ricercata essenza di petali di rosa.
Due diverse concentrazioni sono due modi di guardare alla stessa cosa in modo diverso. Normalmente, in un estratto, le note olfattive tendono a ravvicinarsi e a rendersi meno distinguibili pur mantenendo intatta l’identità della fragranza. In questo specifico caso, la rosa conferisce ad Absolue d’Osmanthe il delicato velluto dei suoi petali e un accenno di rosolio che ammorbidisce l’estratto là dove l’eau de parfum manifesta delle ruvidità e rinfresca la nota fruttata che altrimenti, in virtù delle note di fondo ambrate, scivolerebbe velocemente verso le tonalità passite della versione meno concentrata. Entrambi, poi, sono adatti per il layering: provate a indossare Absolue d’Osmanthe assieme a un altro campione della scuderia Perris, Oud Imperial.
Scommetto che vi ritroverei piacevolmente sorpresi. E divertiti.
L’idea alla base del marchio Perris Monte Carlo è quello di costruire ciascuna fragranza attorno ad una sola materia prima naturale per farne risaltare bellezza e qualità. Gian Luca Perris riesce nell’intento senza mai incappare nella monotonia che, sulla carta, si potrebbe temere da un progetto del genere. Anzi, occorre dire che la passione con cui egli si è formato una competenza specifica in questo campo, non può non trasmettersi a chi si avvicini alle sue creazioni tanto che non è raro sorprendersi a sognare che si vorrebbe anche noi, come ha fatto lui, andare per il mondo in cerca dei tesori che la natura è in grado di offrire all’arte del profumiere.
Piramide olfattiva Absolue d’Osmanthe EdP – Perris Monte Carlo
Note di testa: assoluta di osmanto cinese, bacche rosa
Note di cuore: gelsomino Sambac, balsamo del Tolu
Note di fondo: vaniglia, labdano, sandalo, legni secchi
Concentrazione e formato Absolue d’Osmanthe – Perris Monte Carlo
Eau de Parfum – 100 ml
Estratto – 50 ml
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