A Quiet Morning (Miller et Bertaux) incontra Il Dio delle Piccole Cose (Arundhati Roy)
Dal cielo sembra un corpo nerissimo, percorso da miriadi di vene luminose. Dalla terra ti risucchia senza lasciare il tempo dell’adattamento, in un vortice di vita estesa al parossismo. Uno stordimento e la consapevolezza di essere davvero nel centro pulsante, l’ombelico di Madre Terra che reclama i suoi figli.
L’India, per molti occidentali meta di misticismo e perdizione, è un paese per anime forti che scuote ogni concezione nota, ogni aspettativa e certezza. Inutile opporsi alla sua frenesia, alla sua siderale distanza con tutto quanto è noto. Lasciarsi andare, farsi trasportare dalle immagini forti, così piene di vita, di tutta la vita del mondo, senza porre resistenza, è l’unico modo per non sentirsi schiacciati da questo magma di persone, animali, polvere, grettezza e santità, d’acqua e rumori, occhi che ti scrutano e che non riesci a incrociare, di sari fruscianti, di scarpe e preghiere.
L’odore dell’India, si sente quando l’India non c’è più e ti accompagna per mesi, anni, per l’intera vita, come un richiamo, un piccolo biglietto olfattivo che aspetta il tuo ritorno. Impossibile sentirlo, saperlo distinguere da te stesso quando sei in India, è un atto che si potrà fare solo una volta ripartiti.
Quando dall’odore di polvere e di strade sporche, ricorderai il sottile filo odoroso dei cibi e delle puje, dei capelli unti di olio e della pelle dorata santificata con la pasta di sandalo. Miller et Bertaux, questo, lo sanno bene e ci permettono di ritrovare l’India nel pregevole, paradisiaco, A Quiet Morning.
Per chi ci è stato, sentire A Quiet Morning e ritrovarsi in una via di Pushkar è tutt’uno. Annusi e inevitabilmente chiudi gli occhi sorridendo, sei lì!
Il sole caldo nel cielo azzurro, appena velato dai fumi dei motorini scassati e da quelli dei fornelli nei quali sfrigolano dolci zuccherini. Il vociare delle donne che lavano i sari nelle acque oltre i ghat: lunghe lingue colorate che portano all’acqua silenziose preghiere e si mescolano coi pianti e con le speranze, con le invocazioni e gli abbandoni.
L’odore appuntito delle spezie frantumate con pazienza per preparare il masala. Curcuma e zafferano usati per nutrire l’anima e il corpo, per purificarlo e per renderlo forte. L’aroma soave, divino del riso basmati che ha il potere di cancellare ogni bruttura, con i suoi piccoli chicchi allungati, come minuscoli sorrisi candidi, che spargono su tutto il loro odore caldo e persistente.
Il profumo lontano dei fiori di palma e dei fiori d’arancio che si mescolano opulenti con l’odore mistico del sandalo delle Indie e del cedro tibetano: odore di divinità, è l’odore della ricerca infinita dell’uomo verso un senso, verso una pace terrena costantemente ceduta per un morso di peccato e poi subito ripresa.
Sottili spirali di fumo d’incenso che dalla terra salgono verso il cielo, mani colme d’offerte di petali carnosi, polvere di sandalo, pasta di curcuma e chicchi di basmati, occhi serrati, mente rivolta alla preghiera, speranza concentrata alla redenzione: è l’odore dell’uomo che parla con la propria madre spirituale.
Mondarsi nelle acque sacre, offrire profumi e devozione, per tornare al mondo fatto di polvere e vita, lavati dei propri peccati, puri come un chicco di riso, tutto questo è A Quiet Morning.
E’ proprio l’odore dell’India, quello racchiuso nel flacone chiaro e lineare di Miller et Bertaux, formulato in una eau de parfum dalla proiezione lunghissima, come un viaggio di scoperta che sbalordisce per la sua nitidezza quasi visiva. E’ un viaggio nella serena solarità di un paese trafitto da contraddizioni millenarie e che ciononostante sa mantenere la propria energia positiva, sa opporsi all’implosione con la forza di un piccolo sorriso, con il fruscio di una stoffa colorata che spicca nella polvere della strada.
E’ su questa terra che si consuma l’intensa storia di Estha e Rahel e della loro madre Ammu. Il dio delle piccole cose di Arundhati Roy è la storia di una famiglia che esce dalle millenarie regole imposte dalla cultura indiana e del costo altissimo che ciò comporterà.
“Che tutto cominciò davvero nei giorni in cui furono fissate le Leggi dell’Amore. Le Leggi che stabiliscono chi si deve amare, e come. E quanto.”
Sembra non esserci spazio per i sentimenti nelle tranquille piantagioni di Ayemenem, dove tutto scorre immutabile, dove le caste e le regole silenziose muovono gli abitanti verso un quieto vivere. Ma la natura umana non può essere imbrigliata per sempre e capita che “l’uomo che stava nell’ombra degli alberi della gomma, tenendo in braccio sua figlia, con monete di sole che gli danzavano sul corpo, alzò gli occhi e colse lo sguardo di Ammu. Secoli compressi in un solo attimo evanescente. La storia sbagliò il passo, fu sorpresa con la guardia abbassata. Fu abbandonata come una vecchia pelle di serpente. I suoi segni, le sue cicatrici, le sue ferite risalenti alle antiche guerre e i giorni del camminare all’indietro, tutto si staccò e cadde. Al suo posto rimase un’aura, un luccichio palpabile che era facile da vedere come l’acqua in un fiume o il sole lassù nel cielo. Facile da avvertire come il calore in una giornata torrida, come lo strattone dato da un pesce ad una lenza tesa. Così ovvio che nessuno lo notò.”
La storia scritta da Arundhati Roy si smaglia e la vita torna a respirare, il corso dei secoli ha lasciato uscire una piccola cellula di umanità, quanto basta per deviare il fiume della storia: a volte è nelle piccole cose, nei piccoli, insignificanti attimi che tutto cambia.
“Ammu vide che lui aveva visto, e distolse lo sguardo. Lui pure lo distolse. I demoni della storia tornarono a reclamarli. A riavvolgerli nella vecchia pelle sfregiata della storia e a ricacciarli nelle loro vere vite. Dove le Leggi dell’Amore stabiliscono chi deve essere amato. E come. E quanto. Ammu risalì nella veranda per rientrare nella Commedia. Tremando.”
Ormai il letto del fiume è stato deviato e non potrà più tornare come prima. L’amore inaccettabile tra una toccabile ed un intoccabile farà sì che la Storia scateni i propri mastini, perché troppo forte è l’amore per essere accettato, troppo pericoloso permettere agli uomini di mostrare i propri reali sentimenti.
E’ un libro di un’umanità sconvolgente, Il dio delle piccole cose, sullo sfondo l’India placida dei paesaggi luminosi, della vegetazione esplosiva e tropicale. E’ questo contrasto, tra la natura sensuale dei luoghi e le costrizioni imposte degli uomini che rende il libro ancora più avvincente: la natura ricca di odori e di colori e le regole degli uomini col loro vano tentativo di costringere tutto nella Storia e nelle sue Leggi.
“E l’Aria era piena di Pensieri e Cose da Dire. Ma in momenti simili vengono sempre dette solo le Piccole Cose. Le Grandi Cose si acquattano dentro, non dette.”
E’ la storia di un paese che ha fatto dei contrasti e delle contraddizioni un segno distintivo e che sa sconvolgere, sempre, con il profumo disarmante di un chicco di riso basmati.
A Quiet Morning è l’India, così come lo è Il dio delle piccole cose.
Nell’attesa del viaggio reale, leggete il libro, ma ancor di più indossate il profumo, respiratelo e chiudete gli occhi. Camminano insieme, profumo e libro, come un biglietto olfattivo che attende il nostro ritorno.
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Splendida fragranza di cui contesto però il nome…Non c’è niente di “quiet”…!!! Anzi è uno stupendo sandalo fiorito “gioioso”, speziato senza essere pungente…Lo zafferano, da sempre antidepressivo, rende il profumo brioso senza soffocare…La dolcezza dei fiori è brillante ma non stucchevole, una freschezza esotica originale…Ho sempre amato questo profumo, bisognoso però di rinforzo dopo un paio d’ore.
Insieme a Shanti Shanti, questo è uno dei profumi più belli che siano mai stati dedicati all’India, altro che la Vermeire… Bravi i due creatori per non aver raffigurato un’India da cartolina. Sono d’accordo con rossy, è uno speziato mooolto originale, ma non trovo nessuna pecca nella tenuta.
Meraviglioso, struggente, è pura poesia. Quando lo indosso riesce a mettermi in pace con il mondo, incredibile!
articolo bellissimo viene voglia di leggere il libro e comprare il profumo
Anna mi ha trasportato in India
Brava Brava