6 domande a Francis Kurkdjian (Video)
Il 2011 è stato l’anno di Francis Kurkdjian. Guest star a Roma in occasione dell’inaugurazione della perfume gallery Campomarzio70 (dove abbiamo realizzato questa intervista) e poi ospite d’onore a Firenze all’ultima edizione di Pitti Fragranze 9 dove ha incantato tutti con una performance nella chiesa di Santa Maria degli Innocenti, nonostante la sua giovane età, Francis Kurkdjian ha conquistato un posto d’onore accanto ai grandi nome del profumo come Guy Robert e Edmond Roudnitska.
A quasi due anni dal lancio della sua linea, la stella di questo naso di origini armene non smette di brillare. A Extrait, Francis Kurkdjian si racconta così:
Quale profumo della tua collezione ti descrive meglio?
Se dovessi descrivere me te stesso attraverso una delle fragranze di Maison Francis Kurkdjian, non potrei sceglierne nessuna perché quando creo non lo faccio per me, ma per le altre persone. Ogni profumo è dedicato a qualcuno, a qualcuno che mi è molto vicino ma nessuno di questi profumi mi appartiene. Io non indosso profumi.
Hai da poco lanciato il tuo brand, come vedi il tuo futuro creativo?
Nessuno può dire cosa farò nel futuro, al momento creo fragranze ma nella mia testa ho tanti progetti. Ad esempio quando ho disegnato questo bracciale che fa parte della mia linea, ho pensato che fosse interessante perché questo brand porta il mio nome e la visione che ho delle cose è molto ampia. Io amo creare fragranze, questo è ovvio, ma non posso affermare con certezza se il profumo sarà sempre nel mio futuro, dipende dall’ispirazione che è il punto cardine di questo lavoro. Ti svegli la mattina e pensi che dovrai creare qualcosa di nuovo, ma non puoi sapere quando si fermerà questo processo creativo. Non puoi davvero saperlo.
C’è un personaggio che ti ha particolarmente ispirato nel diventare profumiere?
Non c’è una persona in particolare ma piuttosto ho osservato per diversi anni, molti professionisti. Non ho mai avuto un maestro profumiere che mi abbia insegnato l’arte del profumo, perché il mio primo successo l’ho avuto a soli 25 anni appena uscito da scuola. Quindi non ho mai avuto qualcuno che mi abbia fatto da mentore e insegnato l’arte del profumo, ma sono dovuto crescere da solo. Ho incontrato difficoltà per diversi anni, ma le ho superate ammirando e studiando il lavoro di grandi creatori, ad esempio Edmond Roudnitska del quale, anche se non amavo particolarmente le creazioni, ne apprezzavo la visione che aveva attorno al lavoro del profumiere. Oltre al suo lavoro amavo la passione che metteva nel trasmettere conoscenza ad altri profumieri. A 23 anni ho avuto l’occasione di stare a contatto con diversi personaggi come Pierre Bourdon e Francois Caron con cui ho lavorato per molti anni, io amo tantissimo Francois. Quando ho lavorato con Francois mi sono sentito come il giovane Nuriev che danzava con Margot Fonteyn, ho avuto questa sensazione perché lei era la prima donna ed aveva grande naturalezza grazie alla sua tecnica ed io era come se fossi un cagnolino felice che le saltellava attorno, abbiamo lavorato molto bene insieme e mi ha ispirato molto. Per me è stata anche davvero stimolante Sophia Grossjman, lei è stata una star nel mondo del profumo per circa dieci anni e poi di colpo è sparita dal mercato, questo avvenimento mi ha colpito molto e mi ha messo anche un po’ di tristezza. Vedi, in dieci anni tu sei prepotentemente sul mercato, riesci a farti amare con le tue fragranze e poi puff… di colpo sparisci. La sua assenza ha rappresentato un vuoto nella mia crescita personale.
Nella tua carriera hai creato molti profumi commerciali che sono diventati grandi successi. Quali sono state le difficoltà che hai invece incontrato nel concepire le fragranze per la tua maison?
E’ una domanda difficile, perché la risposta è difficile. Lavorare per me stesso è la parte più complessa del mio lavoro, perché la gente è carica di aspettative se mi concentro troppo su questa pressione, io non riesco a lavorare. E’ faticoso lavorare per me stesso, amo farlo, ma è una grande sofferenza.
E’ la tua prima volta a Roma?
Ero già venuto a Roma in occasione del mio trentesimo compleanno. Coincidenza vuole che abbia cenato nello stesso ristorante a P.zza del Popolo dove ceneremo stasera. Ogni tre anni vengo a Roma, amo Roma molto questa città e la sua storia, sembrerà un cliché, ma è molto figo stare a Roma, per me è come essere in vacanza. Passeggi, bevi una coca, mangi un gelato e poi ci sono ottimi ristoranti vicini a splendide chiese. Amo Roma e amo l’Italia in generale.
Descrivi la tua collezione in 3 parole?
Onesta, lussuosa, contemporanea.
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